Discesisti si nasce o si diventa?

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La corsa podistica in discesa presenta determinate caratteristiche che il corridore del cielo deve saper integrare e assuefare per gestire e migliorare le proprie capacità tecniche.

In sintesi potremmo dire che il segreto di correre bene in discesa si basa nelle qualità di forza eccentrica ed elastica unite a una sopraffina coordinazione oculo-muscolare che consente di leggere in anticipo la situazione anomala del percorso. Possiamo anche aggiungere che la corsa in discesa è caratterizzata da un tipo di sforzo la cui intensità fisiologica risulta meno rilevante. La frequenza cardiaca diminuisce e il consumo d’ossigeno si abbassa: il tutto mentre il lavoro esaustivo si porta a carico dei muscoli e delle articolazioni delle gambe, principalmente sulla parte anteriore del quadricipite. La velocità di percorrenza e il ritmo di gara vanno altresì tenuti in considerazione poiché non possiedono nessun nesso particolare con le prove in salita o pianura. La velocità massimale raggiungibile in salita o in piano, unita alla tecnica di corsa intrinseca, non sono naturalmente trasferibili su un pendio. La corsa in discesa non necessita di impulsi potenti, ma di passaggi infinitamente rapidi. Il piede gioca un ruolo preponderante, è quindi necessaria una buona tonicità dell’avampiede e dei fasci plantari, dovendo “resistere” e attutire senza “avere compressioni”, cosa più facile se il passaggio sopra dell’appoggio si effettua il più rapidamente possibile. In caso contrario, il corridore si ritrova in una situazione di bloccaggio, il tempo d’appoggio è più lungo e l’onda d’urto che ne deriva risale fortemente nella parte dorsale della schiena. In breve, la chiave di tutto sta nell’accorciare la falcata e conseguentemente accelerare la frequenza di appoggio. Questa accelerazione permette di intervenire rapidamente in caso di brusco cambio di direzione, come nel caso in cui bisogna affrontare curve strette e tortuose o evitare pietre e radici. Si attua una sorta di pilotaggio del proprio corpo integrando qualità determinanti quali capacità d’anticipo di un gesto motorio, osservazione, controllo ideomotorio e visuale, equilibrio, destrezza. Il tutto è direttamente correlato ai cosiddetti analizzatori cinestesici, i quali svolgono in questi frangenti un sommario effetto-radar. Dobbiamo pure considerare che la velocità espressa in talune discese può comportare anche dei rischi di incolumità per cui il 30 maggio, nella Running Downhill Valetudo, per piombare come un falco dalla croce del Resegone al traguardo di Brumano valle Imagna bisogna usare il casco e i guanti. In ogni caso, oltre a tutto, il reale guadagno di efficacia in discesa si ottiene facendo evolvere e migliorare la propria tecnica, la forza e le condizioni generali di forma.

Di Giorgio Pesenti

 

 

 

http://runningpassion.lastampa.it/news/discesisti-nasce-diventa-3145800

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