Meglio correre soli o in compagnia?

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Si svegliano all’alba e, con qualsiasi tempo atmosferico si vestono e iniziano a percorrere i loro chilometri mattutini: sono i runners, professionisti o amatori della corsa che vivono la strada in un modo tutto particolare, correndola a piedi.

Li si può vedere da soli, con la musica nelle orecchie, o in compagnia mentre chiacchierano allegramente tra un respiro affannoso ed un altro. E allora ci si ritrova a chiedere: ma quando si corre e ci si allena, è meglio farlo da soli o in compagnia? La domanda non ha una risposta unica, ma dipende da due fattori fondamentali: il carattere del runner e il suo tipo di preparazione.
In molti si svegliano al mattino per correre perché hanno la corsa nel sangue, e se non si allenano non riescono ad affrontare al meglio la propria giornata. Queste persone corrono spesso da sole, perché corrono per stare bene con se stessi e quindi hanno bisogno di allenarsi non tanto seguendo uno specifico programma, quanto seguendo le proprie sensazioni. Altri, invece, non si alzerebbero mai dal letto se non avessero i compagni di allenamento già pronti ad aspettare. Sono i podisti più veri, quelli che si tengono in forma, ma che, soprattutto, amano stare in compagnia di amici e compagni, con i quali si confrontano e condividono non solo gli allenamenti (cronometri, gps e app dedicate non vengono mai dimenticate), ma anche la vita quotidiana, i piccoli problemi e le gioie.
Infine ci sono i professionisti, che spesso sono costretti a correre da soli perché sono troppo veloci per i comuni runners: questi atleti percorrono chilometri e chilometri ogni giorno, e solo qualche volta, come nel caso di Valeria Straneo o Emma Quaglia, si incontrano per qualche allenamento insieme.

Il team di RunningMania

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