Reflusso gastro-esofageo nell’atleta: quanto incide sulla performance? Come affrontarlo?

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Malattia da Reflusso Gastroesofageo, altrimenti conosciuta come MRGE o semplicemente come reflusso gastroesofageo. Scopriamo di che si tratta.

Se nella vita quotidiana le ansie o uno stile di vita poco salubre possono indurre questo problema, più spesso ad essere colpiti sono atleti di discipline a sforzo particolarmente intenso e continuativo come corridori o triatleti. Stress da competizione, ritmi a volte sbagliati o terapie non adatte, uniti agli sforzi intensi, sono fattori che contribuiscono a una maggiore incidenza del reflusso gastroesofageo in queste categorie di persone.

Già nel 2002 uno studio del prof. Lucio Capurso, Primario di Gastroenterologia dell’ospedale San Filippo Neri di Roma, aveva infatti stimato come i problemi all’apparato digerente potessero colpire anche il 30% degli agonisti a livelli alti, una percentuale che può arrivare anche al 40% in caso di diete o allenamenti non adatti. Risultato: una riduzione della performance individuale pari anche al 10%.

Esistono comunque piccoli rimedi generali, soprattutto in campo alimentare. Nelle ore precedenti gli allenamenti o la gara andrebbero ad esempio banditi i cibi particolarmente ricchi di grassi, di fibre e di lattosio. Stop, quindi, a fritti, latticini non stagionati o pietanze molto condite, e maggiore moderazione nel consumo di alimenti come legumi o pasta. No anche a bevande alcooliche o contenenti caffeina.

Attenzione anche in allenamento o in gara, periodi durante i quali dovrebbero essere assunti in media tra i 150 e i 200 ml di bevande ad alto contenuto di sodio e glucosio. Via libera anche a piccole quantità di probiotici, per una migliore protezione della flora intestinale. È comunque fondamentale, per ogni atleta, sfruttare gli allenamenti pre-gara per testare le giuste quantità di bevande e alimenti da consumare durante le performance.

Per casi più difficili, potrebbe essere consigliata anche una terapia a base di omeprazolo, i cui effetti positivi contro il reflusso sono noti già da uno studio del 1999 pubblicato su Alimentary Pharmacology & Therapeutics. Il consiglio principale, comunque, è sempre quello di lavorare in sinergia con un nutrizionista e un gastroenterologo, per studiare terapie più efficaci e personalizzate.

Il Team di RunningMania

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