La riserva di carboidrati, il nuovo alleato della corsa

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Svuota le energie e sfrutta al massimo il tuo metabolismo. Il metodo di allenamento dei runners canadesi Reid Coolsaet ed Eric Gillis.

Viene dal Canada, e in particolare dal fisiologo Trent Stellingwerff del Canadian Sport Centre-Pacific, il metodo controtendenza per migliorare l’efficienza del metabolismo energetico dei runners. A testimonianza due prestigiosi atleti canadesi, Reid Coolsaet ed Eric Gillis, che hanno preparato la maratona di Toronto seguendo questo particolare tipo di allenamento. Il metodo consiste nell’effettuare allenamenti a digiuno, con le riserve di carboidrati in esaurimento, allo scopo stesso di bruciare più carboidrati. L’organismo, che si vede costretto a lavorare in condizioni più dure, impara ad attingere energie e a bruciare i carboidrati più efficacemente.

Come funziona
I carboidrati sono il carburante più facilmente assimilabile dal nostro organismo, ma solo una parte ne viene immagazzinata. Il concetto base di questo approccio è proprio quello di dare un input ai muscoli per insegnare loro a bruciare più grassi e conseguentemente a potenziare la successiva capacità fisiologica di immagazzinare carboidrati. Ebbene, al seguito di questa nuova tecnica di allenamento, i due atleti canadesi hanno stabilito a Toronto i propri record personali: 2:10’55″ e 2:11’27″, con annessa qualificazione alla maratona olimpica di Londra.

Come attivare la riserva
Ci sono due metodi per allenarsi con le riserve energetiche in esaurimento. Il primo consiste nell’effettuare un allenamento al mattino e uno al pomeriggio senza introdurre carboidrati nell’organismo: in poche parole, non si devono ripristinare le scorte di carboidrati tra un workout e l’altro. Questo metodo richiede molto impegno ed uno sforzo che dai più non sarà considerato piacevole. Decisamente meno impegnativo è, invece, effettuare un allenamento al mattino prima di colazione, avendo cura però di non assumere carboidrati nelle dieci ore che precedono il risveglio. Si tratta di un metodo dall’impatto meno duro che costringe comunque l’organismo ad attingere le energie nel modo desiderato.

Costanza e criterio
Come per ogni cosa, non basta svolgere un solo allenamento in queste condizioni per ottenere dei risultati. Il segreto sta nel compiere un passo alla volta. Trenta minuti di corsa blanda prima di colazione sono un buon inizio, ma da solo non basta. Bisogna quindi armarsi di costanza e di buona volontà e riuscire a svolgere un’ora di corsa a digiuno per iniziare a bruciare più efficacemente i grassi. Si può arrivare a correre un’ora a digiuno in un mese. Discorso diverso per i maratoneti di livello che corrono più di 160 km a settimana. Lo stesso Stellingwerff consiglia arrivare a correre due ore a digiuno, di cui metà all’andatura del tempo run.

Come riempire il serbatoio
E’ importante mangiare subito dopo la corsa, sia per ripristinare le energie, sia per riprendere le forze. Sono necessari dai 15 ai 25 grammi di proteine e dai 60 ai 100 grammi di carboidrati. Il tutto varia in base alla lunghezza e all’intensità della corsa.

La frequenza
La corsa a digiuno non si può effettuare sempre, si perderebbe in velocità, dato che si riesce a migliorare quest’ultima solo a piene energie. Questo tipo di corsa deve essere introdotta gradualmente e la più lunga deve essere inserita nel periodo di maggior carico. Il giorno della gara le energie devono essere al massimo.

Il team di RunningMania

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