Perché dovrei scegliere l’abbigliamento a compressione?

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Chi ha già confidenza con il running, può trovarsi a valutare se passare dalla semplice e comune tenuta sportiva da corsa a qualcosa di più hi-tech, come l’outfit sportivo “a compressione” che sembra possa migliorare le prestazioni atletiche e ridurre lo sforzo fisico.

In realtà, dai diversi test effettuati su tale tipo di abbigliamento, queste tanto promesse qualità non sono state comprovate. Un recente studio, condotto da un team di ricercatori dell’Indiana University e pubblicato su “The International Journal of Sports Physiology and Performance”, ha sfatato il mito delle calze a compressione, rilevando come le stesse non apportino sensibili miglioramenti nelle prestazioni sportive di chi le indossa.
Ciò che è stato comprovato, comunque, è che l’outfit a compressione migliora la circolazione sanguigna – e, di conseguenza, l’irrorazione e l’ossigenazione muscolare -, nonché la postura e la “propriocezione”, ossia la “capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio”. In altre parole: i vantaggi ci sono e, pertanto, per alcuni, la compressione può far la differenza. Per fare un esempio, quando Chris Solinsky ha battuto il record mondiale sui 10.000 metri, indossava degli shorts a compressione.

I test sul recupero post-allenamento, invece, hanno dimostrato in modo unanime come il costante massaggio muscolare indotto da calze, pantaloni o shorts a compressione, accelera la ripresa e la “riparazione” delle fibre muscolari. Inoltre, tale tipo di vestiario è altamente traspirante, contiene le vibrazioni durante la corsa, aiuta a riscaldare i muscoli e contrasta la “DVT (Deep Vein Thrombosis)”, ossia il rischio di trombosi alle gambe.
L’abbigliamento hi-tech ha dei costi elevati e, quindi, può risultare utile iniziare a usare solo delle calze a compressione che sono comunque sufficienti a far notare la differenza.

Il team di RunningMania

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