Calze Booster

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Booster è la parola magica che sta girando fra i runner. Come tutti ormai sanno, si tratta di calze contenitive progettate appositamente per la corsa. Il produttore (BV Sport) sostiene che si differenziano dal contenimento classico decrescente per l’adattamento della pressione al polpaccio e per pressioni molto leggere o nulle sulla caviglia.

Il principio sarebbe quello di favorire il ritorno venoso del sangue dal polpaccio perché possa riossigenarsi e tornare ai muscoli privo di tossine. Questo punto è qualitativamente importante, ma per un soggetto sano si deve sapere che la “riossigenazione” dipende solo in minima parte dal ritorno venoso degli arti; certo, a pari condizioni, si può ottenere un qualche risultato, ma potrebbe essere addirittura inferiore all’handicap del peso delle calze!

Ovviamente ci sono studi clinici e pubblicazioni su riviste mediche, ma chi è un po’ scafato sa che la ricerca non è scienza (cioè che è molto facile trovare una ricerca che dice che X fa bene e un’altra che dice che X non fa nulla) e quindi su riviste “scientifiche” si trova purtroppo di tutto (celebre è lo studio pubblicato nel 2005 su JAMA, Journal of the American Medical Association, che ha mostrato come una ricerca su tre sia smentita da altre ricerche).

Le caratteristiche delle calze Booster
calze BoosterIndossare le Booster è facile, basta evitare che si formino pieghe.

Le calze Booster sono controindicate solo in malattie delle arterie, venose e linfatiche degli arti inferiori, in dermatosi trasudanti e infettive, piaghe o ulcere cutanee o in caso di allergia ai materiali contenuti (cotone, lycra, poliammide ecc.). Il produttore suggerisce di sfilare immediatamente le calze in caso di formicolio, crampi o dolori a livello della gamba o del piede oppure di disturbi durante lo sforzo.

I benefici: miglioramento della prestazione, miglior recupero, diminuzione degli infortuni.

Sugli ultimi due punti ho notevoli perplessità. L’effetto compressione non è certo paragonabile a un buon massaggio e ciò che più mi ha colpito della pubblicità è che dice che l’azione delle calze libera i muscoli dall’acido lattico: tutti dovrebbero sapere che l’acido lattico si smaltisce molto velocemente anche senza nessuna azione (i dolori alle gambe che i runner sono soliti lamentare il giorno dopo una gara molto dura NON sono dovuti all’accumulo di acido lattico). Analoghe perplessità per quanto riguarda la diminuzione degli infortuni, visto che la maggior parte di essi è legata a un abuso della struttura coinvolta, non a un suo cattivo uso: ovvio che se X mi fa volare, volendo volare troppo, finisco per infortunarmi lo stesso.

Prestiamo ora attenzione al primo punto. La domanda è: queste calze funzionano davvero? Migliorano la nostra prestazione?

Calze Booster: la prestazione

Prima di esporre il mio parere, vediamo alcuni meccanismi che promuovono molte situazioni (integratori, accessori, metodi di allenamento ecc.) che sembrano aiutare la prestazione.

Effetto placebo – Da tutti conosciuto: se penso che X mi faccia volare, X qualcosa fa perché psicologicamente sono in condizioni ottimali per la performance; si tratta di un noto effetto che in medicina viene spesso sfruttato per promuovere farmaci di scarsa efficacia, confrontando il loro risultato con quello ottenuto su un gruppo di controllo cui il farmaco non è stato somministrato (trucco del placebo; se l’esperimento fosse condotto bene, il risultato sul gruppo cui è dato il placebo dovrebbe essere nullo).

Effetto coincidenza – Se somministro a 1.000 maratoneti un integratore fasullo e 100 di essi fanno il loro record personale, come capire se lo hanno fatto per l’integratore o per una serie di mille altri motivi?

Effetto risultato – Il classico passaparola. Se io credo che X faccia qualcosa (effetto placebo) e faccio il mio record (effetto coincidenza), diventerò un ottimo testimonial per il produttore. Questo effetto è sfruttato dai maghi per accrescere la loro clientela: chi avrà avuto giovamenti (per puro caso) dopo i consigli del mago parlerà entusiasticamente della sua opera; chi invece sarà deluso… starà zitto!

Sembrerebbe difficile capire la reale portata di un’innovazione. In realtà per le persone che fanno sport è abbastanza facile.

Il test dei record

Poco pregio ha il fatto che un campione usi l’innovazione, anzi. Se non cambia cilindrata e non sbriciola i suoi record, non si può certo dire che l’innovazione funzioni. Fissiamo l’attenzione sui record mondiali.

Chi è nell’ambiente sa per esempio che l’aumento dell’ematocrito con il doping può far migliorare le prestazioni in maratona di circa 10″/km, tanto che ci sono stati casi molto sospetti di maratoneti che da 2h20′ sono scesi “improvvisamente” a 2h13′ e che sono poi caduti nelle maglie dell’antidoping. Concentriamoci su questo dato: 10″/km, non una bazzecola. Ora consideriamo l’innovazione di turno e ragioniamo come segue: se funzionasse, utilizzandola, i top runner attuali sbriciolerebbero i loro record mondiali.

Con le Booster accade? No. Quindi si può essere scettici.

 

 

http://www.albanesi.it/corsa/calze_booster.htm

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