Lo sport può associarsi ad una dieta vegana?

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Il perfetto atleta, di qualsivoglia disciplina, che stupisce i tifosi per la straordinaria resistenza fisica, con capacità di gesti ginnici degni di nota, che vediamo cadere e rialzarsi senza alcuna frattura o apparente danno articolare, associato a tutto il suo impegno agonistico, si presume che conduca uno stile di vita adeguato.


E’ facile comprendere che l’alimentazione si trova all’apice della cultura dello sportivo, tuttavia ancora oggi può sembrare difficile credere che molti di questi atleti, anche famosi, seguano una dieta vegana.

In pochi sanno che ad essere vegani sono ad esempio le sorelle tenniste Serena e Venus Williams, Carl Lewis, Edwin Moses, quindi nomi anche storici, di un periodo in cui la stessa terminologia era poco diffusa.
Infatti molte persone pensano ancora che vegano sia sinonimo di vegetariano, in realtà ci sono delle differenze significative:
Il vegetariano, esclude sicuramente le proteine animali, ma si può permettere tutti gli alimenti di derivazione animale, come uova, yogurt, latte, formaggi ecc. Il vegano si nega anche questi ultimi.
Soprattutto eliminando le uova, che rappresentano l’alimento con il più alto contenuto proteico in assoluto, verrebbe spontaneo chiedersi dove prenderanno, i vegani, le strutture necessarie per la costruzione di una robusta muscolatura e non solo.
Quando pensiamo allo sport, pensiamo subito ai muscoli, tesi e gonfi, necessari per scatto e resistenza, il motivo per cui la maggior parte degli sportivi mangia molta carne, sta nel fatto che gli animali hanno una struttura proteica simile alla nostra, non è solo una questione di quantità, il vero problema è introdurre in qualche maniera anche quegli 8 amminoacidi essenziali che i nostri enzimi non sono in grado di sintetizzare.

Uno studio attento della composizione chimica degli alimenti vegani potrà dare adeguate risposte:
Contengono proteine essenziali i legumi, come lenticchie e fagioli, tutti i tipi di frutta secca, la zucca (specie i suoi semi) e naturalmente la famosa soia, in tutte le sue varietà.
In assenza del latte e dei suoi derivati, sufficienti livelli di calcio – importantissimo per la resistenza ossea e l’elasticità articolare – si otterranno tramite verdure a foglia verde, come rucola, broccoli, cavolo ecc., esiste anche una particolare forma di “formaggio di soia”, ottenuto con la fusione di solfato di calcio e denominata “tofu”.
Non bisogna dimenticare anche un adeguato livello di ferro, necessario per la costruzione dell’emoglobina, che deve mantenersi a livelli di almeno 14 g/dl, monitorando soprattutto la donna nelle fasi più delicate del ciclo mestruale, lo scopo è di evitare un’anemia carenziale, poichè l’emoglobina deve portare velocemente ai tessuti l’ossigeno di cui hanno costantemente bisogno.
In generale è giusto puntualizzare che la maggior parte degli alimenti da cui il vegano attinge per vicariare le sostanze di origine animale e dei suoi derivati, pur avendo un sufficiente contenuto, hanno una minore biodisponibilità, quindi l’intestino le assorbe più lentamente.
E’ per questo che una dieta vegana deve essere seguita scrupolosamente, a prescindere da motivazioni etiche, religiose o salutistiche, con l’aiuto di un nutrizionista o dietologo esperto, che riesca a far valere le giuste proporzioni alimentari eliminando le conseguenze negative a cui la dieta tradizionale spesso si associa.

Fausto Ciulla

 

 

 

 

http://www.megliosapere.info/2015/01/sport-dieta-vegana/

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