La tentazione di correre in riva al mare

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Chi ama correre, generalmente subisce il fascino dalla corsa in riva al mare: è quasi impossibile non desiderare di ammirare l’alba dalla battigia oppure godersi il primo fresco delle sere estive, quando le ombre si allungano sulla sabbia e il vento che arriva dal mare porta con sé la brezza della sera.

Tuttavia, se correre di per sé è una disciplina che comporta accorgimenti e cautele che il runner esperto sa di dover adottare, la corsa in riva al mare – ovvero sulla sabbia – non solo non è esente da tali regole, ma anzi presuppone qualche precauzione in più. E soprattutto non è indicata per tutti.

Nonostante la sabbia sia un buon elemento ammortizzante, non va trascurato il suo impatto col piede nudo: chi corre in riva al mare generalmente lo fa scalzo, per cui viene meno la protezione delle regolari calzature del runner, che attutiscono i colpi e riparano il piede da eventuali traumi. Oltre a prestare particolare attenzione a dove si mettono i piedi, per evitare l’impatto con rocce, conchiglie o eventuali ostacoli imprevisti, prima di correre in riva al mare è sempre bene fare un po’ di riscaldamento su strada, così da arrivare ben preparati a uno sforzo che è maggiore di quello che comporta la corsa sullo sterrato o sul tapis-roulant: per questo stesso motivo, correre in riva al mare incrementa sia il consumo calorico (consente dunque di bruciare più grassi) che il potenziamento muscolare. È consigliabile inoltre evitare le ore più calde della giornata, facendo attenzione a mantenere stabile l’idratazione. Gli specialisti in ortopedia e traumatologia sconsigliano la corsa in riva al mare a chi ha sofferto di tendiniti, a chi ha avuto problemi alle tibie, a chi ha i piedi piatti e a chi è in sovrappeso.

Il team di RunningMania

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