Siamo nati per correre: perché abbiamo disimparato?

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Correre è come respirare: naturale, spontaneo e quasi… inevitabile!

Ebbene sì, l’essere umano è nato e si è evoluto per correre, e la corsa sin dall’alba dei tempi è sempre stata associata alla fuga dal pericolo e dal nemico, alla salvezza, alla salute ma anche alla gioia, all’entusiasmo e alla potenza degli arti inferiori. Eppure sono sempre di più i corridori che considerano il dolore come una parte integrante del loro allenamento, qualcosa di indispensabile per ottenere risultati e potersi dire dei veri atleti. Il dolore, i problemi muscolari e persino l’infortunio vengono dati per certi non solo da chi fa il runner di professione, ma anche da chi corre per passione, a vari livelli che tuttavia non rientrano in quello agonistico.

Quando due runner si ritrovano a parlare dello sport che li accomuna, è così frequente sentirli parlare di dolorosi incidenti di percorso che il piacere e il godimento che la corsa può dare passano decisamente in secondo piano. Non è un caso, infatti, se molti runner limitano drasticamente le proprie performance, attenendosi a limiti che potrebbero essere tranquillamente superati, proprio per evitare l’infortunio. Eppure provare dolore o infortunarsi anche in maniera lieve mentre si corre sono eventi frequenti come lo stiramento d’ali di un uccello mentre vola, o l’infiammazione della pinna di un pesce che nuota… praticamente rarissimi, se non impossibili da verificarsi!

Invece noi umani siamo riusciti a diventare l’unica specie vivente in grado di farsi male mentre fa quello per cui la natura ha progettato il suo organismo, ovvero utilizza le gambe come mezzo principale di locomozione. Perché ciò accade? Il motivo è sotto gli occhi di tutti. L’uomo ha reso la sua vita sempre più artificiale, gli stili di vita adottati dalla maggior parte degli uomini di ogni età e cultura hanno talmente poco di naturale, che non c’è da stupirsi se persino attività naturali per eccellenza come la corsa risultino difficoltose, ricche di insidie anche per chi corre spesso, addirittura quotidianamente, per passione o mestiere. Un’espressione molto interessante che sintetizza in maniera efficace il modo in cui l’uomo vive oggi è quella di “essere umano da zoo”: l’uomo è diventato proprio questo, e nei secoli ha progressivamente dimenticato le modalità naturali e corrette di utilizzare il corpo. Per cercare di invertire questo stato di cose è fondamentale che il movimento e la corsa tornino a essere attività che garantiscono benessere e salute, non certo problemi, fastidi e dolori a carico degli arti.

È importante che la corsa sia naturale: insegnare sin da piccoli ai bambini come si corre, qual è la tecnica e la modalità di corsa più corretta, serve sia a instaurare un’abitudine estremamente salutare, sia a evitare in futuro infortuni vari e altri problemi destinati ad alimentare l’insensata paura di migliorare le proprie performance. Il movimento e la corsa sono attività connaturate all’essere umano, ma se questi disimpara come si fa, le limitazioni e gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Nel dubbio, vale la regola di ascoltare sempre il corpo, i segnali che ci manda: il corpo è antico, è primitivo, in esso sopravvive un’impronta aborigena in grado di guidarci in tutte le attività connaturate.

Il team di RunningMania

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