Correre in alta quota più difficile?

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Fra le varie discipline sportive che si stanno diffondendo negli ultimi anni, merita particolare attenzione la corsa in alta quota.

Definita anche skyrunning, la disciplina prevede corse che vengono organizzate fra le montagne, a quote che variano fra i due ed i quattro mila metri. La difficoltà principale di queste “corse nel cielo” (traduzione dal termine inglese) è rappresentata dalle pendenze, ma soprattutto dall’aria maggiormente rarefatta, e questi sono due parametri da tenere in grande considerazione quando si corre ad alta quota, poiché possono influire in maniera determinante sulle prestazioni.
Ciò non significa, però, che la corsa ad alta quota sia un’attività riservata esclusivamente ad atleti professionisti, tutt’altro; chiunque può partecipare alle corse che si disputano ad alta quota, a patto di essere ben allenati. A questo, poi, bisogna aggiungere almeno un minimo di preparazione all’alta quota, in modo tale che l’organismo sia pronto alle condizioni che si trovano solitamente in alta montagna. È indispensabile infatti preparare il fisico alla minor concentrazione di ossigeno che si trova in quota, fattore che rende più difficile l’ossigenazione dei muscoli. Prima di affrontare questo genere di corse, dunque, serve molto allenamento, da svolgere anche in altura poiché l’organismo deve adattarsi ad un’altitudine differente, nella quale si trovano anche temperature più basse. Un’ulteriore difficoltà è costituita dalla tipologia di percorsi: non ci sono, naturalmente, strade asfaltate ma solamente sentieri di montagna, che il più delle volte risultano sconnessi o possono presentarsi addirittura ghiacciati. Percorsi impervi, dunque, dove i cambi di ritmo sono frequenti e per queste ragioni bisogna essere ben allenati.

Il team di RunningMania

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