Le difficoltà della corsa campestre

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La corsa campestre è un tipo di disciplina che richiede senz’altro maggiore impegno in confronto alla corsa su strada, poiché le gare si disputano su percorsi più impegnativi, il cui fondo è accidentato e ricco di ostacoli naturali. Le gare di corsa campestre non hanno una distanza canonica, poiché la lunghezza dei percorsi viene decisa tenendo conto delle difficoltà che ogni percorso presenta. In genere, però, la distanza media è compresa fra uno e due chilometri e viene ripetuta più volte nell’arco della gara.


A caratterizzare il percorso delle corse campestri troviamo salite e discese, spesso in rapida successione oppure intervallate da tratti in piano; ad accrescere le difficoltà di questa tipologia di corsa rispetto a quella su strada sono gli ostacoli in più che si devono affrontare lungo il percorso, come ad esempio dossi, curve strette, pozzanghere, tronchi d’albero o buche da scavalcare e che mettono a dura prova abilità e resistenza di coloro che prendono parte alle gare.
Maggiori difficoltà impongono un approccio diverso alla gara: il percorso va ispezionato prima della partenza, in modo da rendersi conto della sua durezza e degli ostacoli presenti; altrettanto delicata è la scelta delle scarpe più adatte e della lunghezza dei chiodi sulla suola; quando si corre in prevalenza sull’erba, si opta per chiodi da 9 millimetri, mentre se il percorso è in gran parte fangoso meglio puntare su chiodi da 12 o 15 millimetri.
Attenzione anche al fattore affollamento, che unito ai percorsi in genere stretti può creare degli ingorghi nei quali si corre il rischio di compromettere il risultato di una corsa. La concentrazione, dunque, deve essere sempre al massimo per evitare tutte le insidie che una corsa campestre può mettere davanti al corridore.

Il team di RunningMania

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