Coronavirus e running: #restoacasa o posso uscire a correre?

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Molti runner, in queste ore, stanno continuando a chiedersi se è ancora possibile uscire a correre. L’invito del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è quello di rimanere a casa. Tuttavia, nell’articolo 1 (lettera D) del decreto rilasciato lo scorso 9 marzo è presente un paragrafo dedicato allo sport; in particolare le ultime due righe parlano di attività motorie svolte all’aperto (passeggiata o corsa) che: “sono ammesse esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto interpersonale di un metro”. Che significa? In altre parole non è vietato uscire a correre o fare una passeggiata per scaricare lo stress accumulato; tuttavia occorre farlo da soli e mantenendo le distanze di sicurezza di almeno un metro da altre persone, evitando di creare assembramenti.

Prima regola: buon senso

Le nuove regole imposte dal decreto, però, hanno dato luogo a confusione e fraintendimenti, finendo col dividere le persone. Da un lato vi sono i runner che vedono questi provvedimenti come uno stop forzato, e non vorrebbero nemmeno limitare i propri allenamenti; dall’altro c’è chi invece decide di rinunciare all’allenamento, solidale con l’appello lanciato questi giorni. Che fare, allora? Fermo restando che non vige il “divieto” di uscire di casa, ma che sarebbe preferibile limitare le uscite per salvaguardare se stessi e gli altri, dovrebbe prevalere il buon senso.

Corsa leggera in solitaria sì, allenamenti intensi no

Una passeggiata o una corsa leggera in solitaria possono aiutare a scaricare malumore e stress; un allenamento intenso, una corsa in bici o un trail di tipo tecnico, invece, possono esporci maggiormente a rischio infortuni. Ciò implicherebbe, di conseguenza, il bisogno di cure mediche che potrebbero andare a appesantire il sistema sanitario, già di per sé compromesso a causa dell’emergenza coronavirus. Senza contare che occorrerebbe evitare trascorrere delle ore in un pronto soccorso, per limitare il più possibile l’esposizione al virus ed eventuali contatti accidentali con altre persone. Bisogna considerare, inoltre, che gli allenamenti che richiedono troppo sforzo possono far abbassare le nostre difese immunitarie e aumentare il cortisolo, rendendoci più vulnerabili ad un eventuale contagio da coronavirus che, come è ormai noto, attacca le vie respiratorie. Fare sport fa bene, ma non bisogna strafare, specialmente in questa situazione di emergenza.

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Vincere la sfida più importante

Sull’onda delle indicazioni esposte nel decreto e con le ulteriori restrizioni dell’11 marzo, molti comuni stanno decidendo in autonomia di chiudere parchi pubblici e aree verdi in via preventiva, per scoraggiare la formazione di gruppi di persone ed evitare nuovi contagi da covid-19. Sta quindi al runner e alla sua sensibilità, nonché responsabilità sociale, decidere se rinunciare all’allenamento o se continuare a correre ma riducendo uscite e intensità in modo da non mettere se stesso (e gli altri) in condizioni di pericolo. La gara più importante da vincere, adesso, è quella contro il coronavirus. Coraggio runners!

Il Team di RunningMania